sabato mattina, in tre entusiaste gasiste siamo partite alla volta di Schio per il ritiro delle merce ordinata e per conoscere la realtà cooperativa che avevamo contattato due anno or sono a Trento a fa la cosa giusta. Sotto la pioggerellina fina fina che potrebbe rattristare anche cuori indomabili, siamo arrivate nella zona industriale di Schio, sede della coop, ed abbiamo trovato..... gente vera.
Avete capito bene: zona industriale, capannone cubico, asfalto, cemento...niente ville storiche o case coloniche restaurate a cura e spese della Pat, niente spazi verdi, non un germoglio, non un fiore. Così si sta e si lavora in una copp sociale nata circa 30 anni fa allo scopo dell'inserimento lavorativo di giovani in disagio.
Incontriamo Antonella, 50enne rossa con sciarpa fiorita e la collega che si ricorda di noi trentine e dei nostri gusti in fatto di cioccolato.Fuori il piccolo mercatino di amici e rete sociale, umido ma nutrito di senso. Il pacco è pronto. Ci fermiamo a chiacchierare, ci invitano a mangiare la pastasciutta tutti insieme, decliniamo però chiediamo di vedere il reparto lavoro, l'erboristeria in particolare. Entriamo nel magazzino di erbe e spezie, con una sensazione unica per noi ma pensiamo anche per chi ci lavora. Confezionano i prodotti da loro acquistati erba soprattutto dalla Lombardia e Piemonte, nuovo packaging con etichetta disegnata dai ragazzi che sono 40 occupati tra l'erboristeria e il ,reparto assemblaggi e confezionamento di ogni cosa, di tutto e di più: dai piatti e posate materbi ai gadget delle riviste, tutt'altra esperienza rispetto al reparto erboristeria che è partito da una stanza e che ora occupa tutta una nuova rilevante superficie.
Chiediamo di come sono strutturati, le difficoltà, il futuro:
30 operatori e 40 ragazzi, il lavoro dei soci è retribuito ma molto è il volontariato da parte degli stessi, Sono stati fatti grossi investimenti per allestire ed attrezzare il reparto confezionamento bio, scelte molto impegnative. Non hanno sovvenzioni, la coop si deve gestire e finanziare da sè, con la crisi del lavoro i tirocini dei ragazzi, che prima duravano qualche mese, ora arrivano all'anno ed oltre, cosa ancor più triste: non c'è ricambio generazionale, non si incontrano più le motivazione dei fondatori, che dopo trent'anni sono ancora lì. Speriamo che qualcosa cambi.
Salutiamo calosamente, ripartiamo, ristorantino, chiacchere, vino e caffè. Tutto ha un senso, rientriamo alle cinque.
Da ora, bere il ns infuso, il curry che cadrà a pioggia nella ns pentola, attiverà altri sensi, non avrà solo il sapore speziato o fruttato, ricorderà gli occhi di Antonella, la pioggia sottile, mescoleremo insieme il nostro comune sostegno: dai che ce la facciamo...